Il cambiamento può aiutare: alla ricerca di nuovi interessi per motivarci
Innovare il proprio modo di fare scuola per superare situazioni di stallo e stanchezza
Sin dai primi tempi in cui ho iniziato ad insegnare una cosa mi è apparsa chiara e cioè che un insegnante annoiato si demotiva e si stanca.
Sentivo le colleghe più anziane ripetermi che da giovani anche loro erano piene di iniziative, ma che con il tempo ci si sente stanche.
Io dicevo a me stessa che non sarei diventata così e che avrei lottato per essere sempre una maestra capace di divertirsi con i bambini.
Oggi dopo più di vent’anni d’insegnamento e più di trenta di lavoro con i bambini mi rendo conto di quanto sia facile scivolare verso quel baratro caratterizzato da noia, stanchezza e demotivazione.
L’importante però è non essere soli, è cercare strumenti per arricchire continuamente il proprio bagaglio professionale e personale e portare novità nella vita di tutti i giorni.
Allora si può fare, si possono superare anche queste situazioni di impasse.
Le giornate scolastiche sono spesso caratterizzate da abitudini metodologiche e didattiche, tanto rassicuranti per molti insegnanti, che a lungo andare però rischiano di banalizzare, di creare noia.
Pensiamo alla scansione delle giornate a scuola, quasi sempre uguali imprevisti a parte, alle scadenze annuali connesse alle grandi feste (regalino, recite,…), al periodo d’inizio anno scolastico, e così via.
Ripetizioni su ripetizioni gli anni trascorrono e col tempo iniziano anche ad assumere un peso diverso.
Quante volte si sentono insegnanti, con una lunga esperienza alle spalle, dire che “è sempre la solita storia, ogni anno”.
Ecco che allora pensare di portare una ventata di aria nuova nel proprio modo di stare a scuola o, laddove è possibile e i team funzionano, in tutta la scuola può fare la differenza, può aiutare a ritrovare entusiasmo, a superare periodi di affaticamento professionale.
Il primo passo per innovare e innovarsi è la formazione e l’auto-formazione.
Servono stimoli nuovi, proposte didattiche e metodologie nuove che ci aiutino a creare percorsi di ricerca in cui immergersi per divertirsi e far divertire.
Se si impara ad ascoltare e ascoltarci si è in grado di cogliere quei momenti in cui la necessità di cambiamento bussa alla nostra porta, con insistenza e quando ignoriamo il suo bussare allora il cambiamento diventa un’onda improvvisa che tutto invade.
Ma ogni cambiamento, anche quando è faticoso e doloroso, ci proietta in situazioni differenti con possibilità di creare nuove storie, nuove avventure.
Non sempre però siamo pronti ad accoglierlo e ad accogliere le novità che esso porta.
Ed è per questo che una formazione continua, mirata ai nostri interessi e alle esigenze del nostro contesto lavorativo è utile.
La formazione, può aprire porte nuove, può dare nuovi spunti di riflessione, creare nuovi interessi, insomma può essere uno stimolo a ripartire.
Ma perché la formazione porti ad un’effettiva innovazione nel nostro modo di fare scuola e di essere a scuola è necessario che sia scelta, voluta e interessante per noi.
Mai come in questo momento l’offerta di corsi di formazione è stata tanto ricca.
Ma è importante scegliere modalità e corsi consoni al nostro modo d’essere e allo stesso tempo, a volte, anche osare e lanciarsi in nuove esperienze formative per scoprire nuove vie e darci la possibilità di sperimentare ambiti con i quali abbiamo poca o nessuna esperienza.
Quando si affrontano periodi di stanchezza professionale è fondamentale fermarsi a riflettere su ciò che in quel dato momento ci crea difficoltà e di lì partire a costruire.
Siamo noi in prima persona a dover decidere di affrontare un cambiamento, di andare alla ricerca di nuovi interessi per motivarci.
Lavorare con bambini, adolescenti e ragazzi è una grande responsabilità che implica da parte nostra l’impegno a dare il meglio proprio perché abbiamo deciso di occuparci di fasce d’età in evoluzione e in formazione.